Lo yoga ( la mia definizione personale)

23Definire lo yoga è impresa assai ardua sopratutto perché, parafrasando il maestro Pattabhi Jois, è una disciplina costituita da un 90% di pratica e solo un 10% di teoria e, per quanto se ne scriva e legga, non si potrà mai accedere alla sua enorme ricchezza senza farne prima l’esperienza.

Negli stereotipi comuni si ha un’immagine multiforme. Per alcuni appare come un esercizio dove stare seduti a recitare “versi strani” oppure una pratica rilassante e magari esclusiva per donne. Altri lo vedono come una forma di religione o, peggio, una sorta di setta o addirittura una disciplina elitaria per la quale dover essere molto elastici e praticare dei veri e propri contorsionismi circensi.

Tutte queste generalizzazioni nascono soprattutto a causa dell’INFINITA versatilità di quello che è una disciplina millenaria che ha “navigato” da oriente a occidente con tutte le sue trasformazioni e interpretazioni.

Si parla di un’arte che, sebbene abbia fatto storicamente parte (e tuttora fa parte) di alcune tradizioni religiose, è in realtà svincolata da qualsiasi credo e pertanto a disposizione di TUTTI.

Si parla anche di una disciplina e non uno sport o attività fisica generici .Un qualcosa di più profondo che la differenzia totalmente da altre attività alle quali viene spesso accostata.

Ha posto le fondamenta di molte delle attuali pratiche fisiche venendo spesso estrapolato con i suoi connotati più fisici senza però il suo aspetto più profondo. Si veda , per esempio, il rinomato “stretching” così frequentemente utilizzato in preparazione per gli sport.

Infatti con lo yoga il punto principale da affrontare non è il “cosa” (facciamo) ma il “come”.

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Affondando le sue radici nella filosofia ma con dei risvolti assai pratici, lo si può considerare un sistema armonico di sviluppo del corpo, della mente e dello spirito dell’essere umano.

Il significato stesso della parola Yoga, letteralmente, è “unione” e deriva dalla radice Sanscrita “yuj”, legare: il cercare di fondere e conciliare i diversi aspetti della vita ed in ultimo gli opposti. Corpo e mente, immobilità e movimento, maschile e femminile, sole e luna ecc.

Praticando lo Yoga, si aspira a questa armonizzazione di elementi col quale raggiungere un senso di pace e benessere interiori.

Il corpo è lo strumento con cui osservare e conoscere la mente mentre il respiro è il ponte fra il mentale e fisico, l’anello di congiunzione che comunica con entrambi senza mai mentire. E’ proprio il respiro ad essere il punto focale della pratica: è lui a controllare tutti i movimenti e non il contrario e viene quindi vissuto consapevolmente, come origine e non come conseguenza di qualcos’ altro.

Respirando correttamente si canalizza energia, o Prana ,che sostiene tutti i movimenti permettendo di mantenere a lungo anche posizioni più impegnative e, attraverso stiramenti, flessioni, allungamenti, torsioni ecc.,  si riporta armoniosamente equilibrio in tutti gli apparati, organi e ghiandole interne.

Paradossalmente si usa il corpo per capire che noi non siamo il corpo o, meglio, solo il corpo e si cerca in ultimo di arrivare a trascenderlo a dimostrazione che forma e correttezza di esecuzione sono secondari rispetto al percorso stesso, all’ impegno, a come ci si sente e a “cosa ci passa nella testa” mentre siamo nella posizione.

Un lavoro sopratutto invisibile dove ognuno se la vede con la propria coscienza in quanto è l’unico a conoscere i propri mondi interiori sebbene un buon insegnante possa in qualche modo riuscire a scorgerli.

La nostra presenza e concentrazione, la nostra consapevolezza ed attenzione sono i parametri perché la lezione assuma un senso totalmente diverso e diventi una sorta di rivoluzione .

Dove si impara l’arte all’auto-osservazione scevra da qualsiasi giudizio, dove si arriva alla conoscenza del sé e alla gestione del proprio EGO fino a riuscire a creare quel senso sano di DISTACCO DAL RISULTATO che poi è alla base di una ritrovata pace interiore tipica solo di chi non deve più dimostrare nulla a sé e agli altri.

Sicuramente un concetto estraneo in una società basata sulla competizione e sul bisogno di affermare se stessi attraverso i propri raggiungimenti più o meno materiali.

La pratica dello Yoga è consigliata a tutti, dalla casalinga all’atleta, dalla gestante al bambino, a patto che ognuno si impegni a trovare il suo stile più congeniale  oltre che l’insegnante più in “risonanza” con se stesso.

Con essa possiamo tonificare ed elasticizzare il corpo, migliorare la funzionalità di tutti gli organi interni ed eliminare dolori articolari di vario genere, ridurre gli stati d’ansia, insonnia, depressione, astenia, debolezza, rigidità articolare e mentale, gli attacchi di panico e ogni tipo di problematica psicosomatica.

Alla fine di ciascuna lezione un senso di pace interiore, forza, sicurezza di sé, gioia di vivere ed appagamento sono le sensazioni che normalmente tutti gli allievi raccontano di sentire. Il beneficio non si ferma nell’aula, ma continua nella vita di tutti i giorni e non dopo mesi di pratica ma fin dalle prime settimane, senza mai smettere di crescere a fronte di una partecipazione costante.

Come ha scritto bene David B. Hughes

“Lo yoga è come la musica, la matematica, l’arte o ogni altra grande tradizione: ricevi quello che dai. Se una salute migliore o un giro vita più piccolo sono ciò che si desiderano dallo yoga, la classe che si trova dietro l’angolo può andar bene.

E se si vuole affondare nella profondità della consapevolezza, capire il fine dell’Universo, mitigare tutto il dolore materiale, raggiungere la beatitudine spirituale attraverso l’auto realizzazione e un incontro personale con Dio, anche tutto questo lo si può ottenere dallo yoga.

Ma per attraversare quel grande oceano, ci si prepari per un viaggio più lungo e arduo, forse per decenni interi. Ci si munisca di buone mappe e viveri. E per favore non si provi a ridisegnare la nave .E’ stata plasmata da mani molto più abili delle nostre.”